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Sport martedì 30 agosto 2016 ore 19:25

Questione Robur, la verità di Mele

Con l'ennesimo comunicato stampa Pietro Mele spiega alla città le motivazioni che lo hanno indotto a chiedere il diritto di prelazione



SIENA — "Da giorni ormai mi vengono chieste delucidazioni in merito al mio diritto di prelazione. Voglio a questo punto fare una breve sintesi di tutto ciò che veramente è successo.

In data 28 Luglio 2016 ho ricevuto la denuntiatio con cui il Sig. Ponte mi annunciava di voler cedere il 97,50 per cento della Robur Siena S.r.l., parte della Sua partecipazione complessiva pari al 98,69 per cento. Nella denuntiatio viene testualmente riportato: “La definizione dei termini di tale contratto, la determina del gradimento al trasferimento della Quota all’Acquirente e la sottoscrizione dei patti relativi è, per altro, come a voi noto,avvenuta in una situazione di minaccia grave alla mia persona ed in un contesto intimidatorio che perdurava da giorni.”

A fronte di tali gravi affermazioni cosa avrei dovuto fare?! Ho preso atto che l’accordo non poteva essere ritenuto valido in quanto, come ora tutti potete vedere e leggere, è stato estorto. Non ho quindi potuto ma soprattutto voluto rendermi partecipe di un disegno che tutto può dirsi tranne che trasparente o legittimo. Ho pertanto esercitato a pieno titolo il mio diritto di prelazione dopo essermi ovviamente accertato di poter essere in grado di sostenere interamente la squadra senza arrecargli nessun rallentamento ma anzi apportando qualcosa in termini di valore aggiunto.

Ho trovato un gruppo di primissimo livello disposto ad investire su Siena e quest’opportunità non deve essere persa, per la squadra, per la città e perché no, con gli investimenti giusti sull’organico, anche per i tifosi che potrebbero togliersi come me, finalmente, qualche capriccio.

Per correttezza faccio presente che non ho nominato il gruppo che finanziariamente avrebbe potuto e potrebbe abbondantemente sostenere la squadra solo perché non previsto dallo statuto e quindi per non ricadere a mia volta in un’illegittimità procedurale.

Mi sono quindi rifatto allo Statuto della società chiedendo a tutto il collegio sindacale chiarezza su un’entrata in società da parte della Sig.ra Durio tramite la Sua immobiliare Federico S.r.l. che già in partenza portava con se un grosso “scheletro” con il quale si dichiarava espressamente di farsi cedere la società sotto “minacce gravi” come da denuntiatio. Io sono un socio della Robur Siena e mi veniva comunicato che sarei entrato in società con questa persona di cui l’unica informazione che avevo e che tutt’ora ad oggi ho, l’ho letta in quelle tre righe della denuntiatio in cui si parla di minacce e intimidazioni. Aggiungo inoltre che sia la signora Durio che suo figlio non hanno mai permesso al sottoscritto di potersi confrontare con loro. Di nuovo quindi, cosa fare?

Come socio ma prima ancora come senese chiedo ed esigo chiarezza. Non ho alcuna intenzione di restare a guardare una situazione del genere né posso accettare che la società per la quale mi sono tanto impegnato anche e soprattutto a livello economico, che rappresenta la mia città, sia o diventi qualcosa di non definito o non trasparente.

Mi domando come i professionisti non siano intervenuti o non abbiano detto niente su dichiarazioni così pesanti anzi, hanno dato valore ad un accordo fondato, da quanto scritto, su un’illegalità, su un vizio del consenso che rende invalido e annullabile dal punto di vista legale qualsiasi contratto o accordo.

Spiegheranno quindi, come condiviso anche dagli studi legali che mi stanno seguendo in questo percorso, la loro scelta e quindi il loro coinvolgimento anche in termini di responsabilità professionale. Non posso aggiungere altro.

Sono allibito. Posso solo dire che invocherò l’aiuto della magistratura e delle autorità sportive per chiedere se almeno loro possano fare chiarezza su tutto questo, sia a mia tutela ma penso soprattutto a tutela della squadra, dei tifosi e della città stessa perché se il buongiorno si vede dal mattino…..

Allego, sempre per trasparenza e a riprova di quanto detto, estratto della denuntiatio e copia della mia comunicazione di conferma di esercizio del diritto di prelazione."

Ing. Pietro Mele


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