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Attualità lunedì 16 ottobre 2023 ore 19:00

Pane toscano a rischio, prezzi su e consumi a picco

Da alimento base è finito tra quelli a cui le famiglie rinunciano. La Toscana ne vanta molte varietà. Ecco le città della regione dove è più salato



TOSCANA — Con il crollo dei consumi di pane, sceso ad appena 80 grammi a testa al giorno, sono a rischio sopravvivenza le varietà tradizionali di pane a diffusione locale come il Pane di Montegemoli ed il pane di patate della Garfagnana ma anche il Pane Toscano Dop. Un “taglio” che significa l’addio ad una pagnotta su 3 (-33%) in poco più di un decennio. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Toscana in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 Ottobre.

Il calo degli acquisti ha avuto una accelerazione negli ultimi anni con il consumo di pane che nel 2010 era di 120 grammi a testa al giorno, nel 2000 di 180 grammi, nel 1990 a 197 grammi e nel 1980 intorno agli 230 grammi che sono valori, comunque molto lontani da quelli dell’Unità d’Italia nel 1861 in cui si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. A contribuire alla graduale contradizione dei consumi l’aumento dei prezzi con un chilo di pane fresco con farina di grano che ha raggiunto anche i 7,8 euro al chilo a Firenze nel mese di Agosto secondo l’Osservatorio dei Prezzi del Made in Italy. Livorno è la città dove la pagnotta è più “salata” con un prezzo medio di 3,59 euro al chilo seguita da Firenze (3,3 euro al chilo) e Pistoia (3,24 euro al chilo).

Ad essere preferito, comunque, anche se il consumo è in costante calo, continua ad essere il pane artigianale. Ma, come detto, il crollo degli acquisti mette soprattutto in pericolo anche la sopravvivenza dei pani della tradizione popolare italiana tra i quali ben 6 sono stati addirittura riconosciuti dall’Unione Europea tra cui il Pane Toscano (Dop, Toscana) ma – continua Coldiretti Toscana – sono in realtà centinaia le specialità tradizionali censite dalle diverse regioni.

Per la Toscana si va dal Pan dei Santi con uvetta e noci diffuso nelle panetteria di Grosseto e Siena al Pan di Ramerino, al Pane di Altopasciola cui storia è legata a quella dei pellegrini che percorrevano la via Francigena al Pane di Montegemoli, dal Pane di Patate della Garfagnana nato per compensare la mancanza di grano e farine alla fine del 1800, al Pane di Po, Signano ed Agnino dal Pane di Pomarance al Pane di Pontremoli cotto in forno a legna con le foglie di castagno della zona, fino al Pane di Regnano fatto con farina di grano e patate lessante, al Pane di Vinca che deve la sua particolarità alla combinazione della farina di grano tenero con la crusca prodotte da un mulino locale secondo un’antica tradizione e al Pane Marocco di Montignoso che si ottiene dalla mescolanza di farina di mais e farina di grano tenero con aggiunta di lievito di birra, olio, olive nere e aromi (rosmarino, peperoncino tritato, salvia, aglio e sale).


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