La città del Palio conferma la sua eccellenza anche
nel campo della ricerca scientifica e mai come in questo momento il mondo
guarda alla scienza come antidoto alla pandemia. Siena vanta una tradizione antica
ma estremamente attuale, specialmente nell’anno del Covid.
Qui sono condotti
studi e ricerche, ed è attesa la conclusione dell’iter di studio sugli anticorpi
monoclonali. Tra le indagini e gli approfondimenti scientifici di maggior
rilievo c’è quello su anticorpi monoclonali di seconda generazione che nasce
dall’impegno del gruppo di ricercatori di Toscana Life Science, guidati dal professor
Rappuoli, scienziato senese.
L’esito dello studio è molto atteso ed è imminente, tanto che il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha annunciato: “Uno studio senese che potrebbe davvero essere la svolta nella cura del Covid. Sono in contatto costante e quotidiano con Tls e con il professor Rino Rappuoli per restare aggiornato sulla sperimentazione clinica del farmaco basato sugli anticorpi monoclonali, quello sarà secondo me il momento chiave: sarà il momento in cui potremo iniziare a pensare e ragionare seriamente ad una medicina che permetterà di guardare avanti”.
Anche da Roma c’è molta attenzione allo studio dello
scienziato senese. E’ il ministro della Salute Roberto Speranza a sottolineare
che “tra gli anticorpi monoclonali più promettenti contro il Covid c’è quello
di seconda generazione che nasce dal lavoro del gruppo di ricercatori di
Toscana Life Science guidati dal professor Rappuoli”.
Il ministro che ha visitato l’azienda
farmaceutica Menarini a Pomezia dove sono in fase di produzione i primi lotti
del nuovo farmaco annuncia: “Presto inizieranno i trial clinici. È una sfida
tutta italiana che ci inorgoglisce e che speriamo potrà darci un nuovo efficace
strumento per superare questa fase così difficile. Grazie ai nostri scienziati
e ai nostri ricercatori l’Italia è in prima linea nella lotta contro il Covid”.
Un primato di cui andare fieri, tutti.