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​Commercio, fatturati in picchiata

E’ la fotografia scattata da Fipe Confcommercio nel settore bar e ristorazione: bilanci giù oltre il 50 per cento per molte imprese

Bilanci giù di oltre il 50% per il 26% delle imprese. Un dato che parla da solo e descrive la situazione nel settore bar e ristoranti nella città del Palio.
Marco Cioni, presidente Fipe Confcommercio snocciola i numeri e chiede soluzioni: “Basta guardare questi dati e quelli dell’Irpet per capire chi ha pagato il Covid. Ci vuole un immediato risarcimento dei danni, la cancellazione di ogni forma di imposizione fiscale relativa al 2020, l’applicazione dei rating bancari 2019, un provvedimento che modifichi l'attuale disciplina delle locazioni commerciali, escludendo l'ipotesi di sfratto per inadempienza, e rinegoziazione dei canoni di locazione”

Il Covid ha picchiato duro per “il 26 per cento delle imprese della ristorazione; il periodo giugno-ottobre si è concluso con un crollo dei fatturati ben superiore al 50 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In provincia di Siena come altrove”. Per Cioni, adesso ciò che conta “sono le prospettive per il futuro. Servono chiarezza nelle regole e nei ristori. Entrambi elementi che mancano. E non di poco”.
L’associazione di categoria non ha previsioni incoraggianti: “Secondo l’ultimo report dell’Istat ripreso dall’Ufficio studi di Fipe-Confcommercio i mesi invernali vedranno un’ulteriore contrazione dei volumi d’affari, con il 34,1 per cento delle imprese che si aspettano fatturati più che dimezzati nel periodo dicembre-febbraio e soprattutto con un imprenditore su 10 che ha già previsto un azzeramento totale degli incassi. Siena non si discosta da questo quadro”.
Insomma, Cioni non ci gira intorno: “Un disastro annunciato determinato dal clima di sfiducia che si è venuto a consolidare durante l’autunno quando solamente il 15,1% delle imprese della ristorazione e dell’accoglienza ha potuto restare completamente aperto, lavorando a pieno regime pur in un contesto di generale debolezza dei consumi. La stragrande maggioranza ha dovuto fare i conti con una limitazione della propria attività, confinata spesso al solo asporto".