Attualità

Covid, la riorganizzazione a Campostaggia

Il direttore dell'ospedale dell'Alta Valdelsa illustra la riorganizzazione della struttura per fronteggiare l'epidemia di coronavirus

Simonetta Sancasciani, direttore dell’ospedale Campostaggia dell’alta Valdelsa illustra come la struttura è stata riorganizzata in questo periodo di emergenza per l'epidemia.

Solo due adesso gli ingressi al nosocomio. Ognuno di essi dotato di check point attivo h24 ove avviene il primo controllo, per verificare le condizioni di chi deve accedere alla struttura.

Di fronte al pronto soccorso la ben nota tenda di pre-triage, ormai visibile in ogni ospedale.

“Pur essendo un ospedale no covid, possono capitare dei casi sospetti perciò sono stati allestiti dei percorsi separati per gestire in sicurezza tutti i pazienti – spiega la direttrice – Nel pronto soccorso abbiamo le aree OBI COVID (aree di osservazione breve intensiva che garantisce anche supporto ventilatorio qualora necessario) dove i casi sospetti attendono il tampone e, da ieri, anche l’esame sierologico che, dà maggior attendibilità al tampone stesso”.

La riorganizzazione dell’ospedale e l’incremento nei controlli ha rilevato una forte diminuzione degli accessi a ospedale e pronto soccorso che avvengono ora solo per situazioni di reale necessità.

Tra i percorsi sanitari fondamentali, che vengono garantiti in ogni caso, spiccano quello della nascita e dell’oncologia.

“Covid o non covid, una partoriente va assistita per cui, se si sospetta possa essere infettata dal coronavirus, seguendo percorsi separati da quelli elettivi, la donna riceve le cure necessarie per poi essere trasferita in una struttura covid, in caso di tampone positivo, oppure in un reparto no covid come consuetudine” – continua Simonetta Sancasciani.

La filiera dell’oncologia è stata mantenuta nel suo complesso poiché si occupa di pazienti per i quali risposte tempestive possono fare la differenza.

In tutti quei casi in cui, come può accadere, i percorsi no covid si intersecano con i covid, si procederà a una sanificazione dell’ambiente per garantire la sicurezza di tutti. Infatti, se la maggior parte dei servizi del nosocomio sono stati ridotti, così non è per quelli di pulizia che sono stati invece intensificati.

“L’ospedale ha subito una riorganizzazione importante che è tutt’ora in corso ma che non sarebbe stata possibile senza la più totale collaborazione di tutto il personale a tutti i livelli. Una volta terminata questa emergenza, quello che dovremo fare, è ripopolare gli ambulatori, soprattutto per tutti quei malati cronici (come i diabetici ad esempio) che necessitano del monitoraggio costante del professionista. Sarà un percorso complesso ma sono sicura che ne usciremo più forti di prima.” – conclude Simonetta Sancasciani