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Il manifesto dei 13 contro le fusioni

Alcuni sindaci, sia del Pd che di liste civiche, hanno siglato un documento per la difesa dei piccoli comuni. E minacciano di uscire dall'Anci

I sindaci porteranno questo documento all'interno dei rispettivi Consigli comunali entro febbraio, dopodiché decideranno il da farsi. Quel che è certo è che il fronte ostile alle fusioni, più che caldeggiate dai vertici del partito di maggioranza in Toscana, vede al suo interno molti esponenti del Partito democratico.

I primi comuni ad aver già approvato il manifesto, anche nei rispettivi consigli comunali, sono stati Chiusdino e Chianciano Terme. Nelle prossime settimane lo faranno Casole d'Elsa, Castiglione d'Orcia, Cetona, Monteriggioni, Piancastagnaio, Pienza, Radicofani, Radicondoli, San Casciano dei Bagni, San Gimignano e Trequanda.

"Il modo in cui oggi molta parte della classe politica italiana affronta il tema delle fusioni dei comuni - si legge nel documento - proponendone in alcuni casi l'obbligatorietà per legge, in altri promuovendo processi che ne sanciscono l'obbligatorietà di fatto, segna un insostenibile attacco alle autonomie locali ed all'esistenza stessa dei piccoli comuni".

Da qui la minaccia di uscire dall'Anci nel caso in cui le fusioni venissero forzate. 

"Un attacco - secondo i sindaci - condotto sulla base di un approccio contabile-amministrativo che, non solo non tiene conto di altre dimensioni, ma soprattutto non si fonda su alcuna evidenza oggettiva di dati economici e finanziari".