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Mps, "quel groviglio armonioso"

La commissione d’inchiesta presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S): la vita di Siena è stata inquinata dai soldi e dal potere del Monte dei Paschi

 "Le scelte politiche si facevano non per convinzione, ma per convenienza. I gruppi politici erano influenzati dalla possibilità, attraverso il consiglio comunale, di incidere sulle scelte della fondazione, e dalla banca, e quindi sugli utili da erogare”. Lo ha dichiarato il sindaco di Siena, Bruno Valentini, ascoltato questa mattina dalla commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S). 

“Il danno più grave è stato sulla cultura diffusa – ha aggiunto - perché si è creata dipendenza, la riluttanza al rischio ed a fare impresa”.

Sono le nuove dichiarazioni della politica senese che tuona sulle vicende Mps.

Secondo Valentini “la Fondazione aveva un ruolo determinante nelle scelte della Banca. Nella Fondazione esercitavano una funzione rilevante le istituzioni locali, governate dalla politica – ha precisato - C’è stata quindi una filiera decisionale che influiva in modo forte sulle attività della Fondazione e della Banca, che derivava da input locali e nazionali”.

Secondo il presidente della commissione d’inchiesta Giannarelli, “ancora una volta emerge il ruolo svolto da Banca d’Italia e Consob. Un’operazione come l’acquisto di Antonveneta non può non avere l’avvallo degli organi di controllo – ha rilevato -. Perché non sono intervenuti? Mi auguro che nello sviluppo dei procedimenti giudiziari si chiarisca anche questo aspetto. Nessuna voce fuori dal coro. Sembra incredibile – ha aggiunto –. Il ‘groviglio armonioso’, per usare un’espressione dell’attuale Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e giornalista senese, Stefano Bisi, ha messo in ginocchio una banca fino a qualche anno prima tra le più capitalizzate ed un intero tessuto economico, minando alla base le prospettive di sviluppo del territorio”.