Cronaca

Credito ad un mafioso, la Cassazione boccia Mps

L'uomo legato al clan dei Messina Denaro, grazie al credito concesso dall'istituto, aveva realizzato un'impresa rafforzando la sua posizione

Lo ha stabilito la prima sezione penale della Corte di Cassazione, bocciando un ricorso presentato dalla Banca Mps. Le banche, spiegano i giudici della Corte di Cassazione, non possono vantare un credito che è stato strumentale a un'attività illecita se non dimostrano di avere agito in modo diligente.

L'affidato, legato al clan dei Messina Denaro, grazie al credito concesso dall'istituto, aveva realizzato un'impresa rafforzando la sua posizione. 

Il tribunale di Marsala, ricorda la Corte, "ha enumerato in modo adeguato gli indici sintomatici che, tenuto conto delle condizioni delle parti e dell'elevata qualità professionale della creditrice, in rapporto al tipo di attività imprenditoriale, svolta dalla stessa, con gli specifici obblighi di diligenza facenti ad essa capo, anche in relazione al rispetto della disciplina antiriciglaggio, e con l'organizzazione di cui l'istituto, di dimensioni ed interesse nazionali, era dotato, lo hanno condotto a escludere che la banca stessa avesse fornito sufficiente allegazione e dimostrazione di avere agito secondo buona fede e, quindi, in modo del tutto incolpevole nella stipulazione del contratto di mutuo ipotecario in questione".