Spettacoli

Una festa multietnica per la Pace

Una due giorni di incontri e riunione tra gli esponenti delle varie comunità di stranieri presenti sul territorio. Arriva dopo due anni di stop

Torna l'evento che unisce festa e temi sociali per ribadire la vicinanza a tutto il mondo. Dopo una pausa forzata di due anni a causa della pandemia, torna la Festa della Pace dei Popoli” il 4 e 5 giugno ai giardini della Lizza a Siena. L’evento è promosso dai Servizi per la Pastorale dei Migranti e per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e dalla Corte dei Miracoli.

Sarà allestito un vero e proprio villaggio multietnico con gli stand tra gli altri del Bangladesh, dell’Ucraina, del Senegal, dell’Albania, dall’Afghanistan, dal Pakistan, del Perù, etc… L’apertura dell’iniziativa è prevista per sabato 4 giugno alle ore 16 con il focus su “Migrazioni oggi, aspetti sociologici-economici-politici”.
Alle ore 17,30 le associazioni del terzo settore si presentano tra cui: Acli, Asgi, Caf, Caritas, Volontariato Vincenziano, Kirikuci, Arci, Misericordia, Refugees Welcome, coop Pangea, coop S. Caterina, Serpe Regolo, Migranti, S. Francesco, Corte dei Miracoli, Penny Wirton. Seguirà un’apericena etnica e lo spettacolo del gruppo “Guwayassa”.

Domenica 5 giugno alle ore 16 si terrà un momento di preghiera interreligiosa per la pace a cui prenderanno parte il Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino, l’imam Izzedin Elzir e altri rappresentanti religiosi presenti sul territorio senese.. Alle ore 17, 30 il momento di confronto e dibattito con diversi interventi di scrittori e persone impegnate nell’ambito delle migrazioni.

“Il titolo della Festa – spiega Don Doriano Giorgio Carraro, responsabile del servizio per la pastorale dei migranti dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino - è un programma e motivo di riflessione, visti i contesti di guerra da cui siamo insidiati anche da vicino. Come Chiesa di Siena vogliamo promuovere, a partire dal nostro territorio, la fraternità universale, la convivenza sinfonica delle diversità etniche, culturali, religiose, la riconciliazione e la pace”.

Un evento che vuole ritrovare le abitudini legate al confronto e alla partecipazione in presenza e in armonia, aspetti che la pandemia aveva reso difficili.