Attualità

L'economia senese divisa tra slancio e timori

Se da una parte i risultati del trimestre sono molto buoni per numerosi settori, dall'altro il boom dei prezzi fa preoccupare seriamente gli operatori

“I dati complessivi del primo semestre 2022, confermano il trend positivo dell’export senese – sottolinea Massimo Guasconi, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo - Siena - che è in decisa crescita (+14,3%), con un passo superiore a quello medio regionale (+9,9%). Per incidenza sull’export regionale, Siena con il 6% del totale è la sesta provincia esportatrice della Toscana."

Analizzando nel dettaglio emerge che la prima categoria di prodotti esportati nel corso dei primi sei mesi del 2022 è quella dei prodotti farmaceutici che continuano a crescere anche in questa prima metà dell’anno (+59,9%) attestandosi ad un contro valore esportato di circa 573 milioni di euro. Il comparto della camperistica è il secondo settore di specializzazione dell’export provinciale con un contro valore dei beni esportati pari a oltre 258 milioni di euro: il 2022 per il momento però è caratterizzato da un sensibile rallentamento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-32,4%). L’export della nostra provincia è comunque perfettamente in linea con le buone performance di quello italiano che, nonostante alcune criticità nel quadro complessivo economico, nel primo semestre, ha evidenziato una crescita molto significativa che, per quanto concerne il fatturato, l’ICE ha stimato pari al +22,4%. 

Altri settori di punta della Provincia sono quelli legati al turismo e al cibo, entrambi in crescita grazie alle numerose presenze soprattutto estere, in particolare extraeuropee, ad iniziare dagli Stati Uniti. Il settore vinicolo rappresenta la voce dominante il primo semestre 2022 si chiude con un export complessivo di circa 238 milioni di euro, in crescita del 34,5% rispetto allo stesso periodo del 2021 . In crescita la maggior parte degli altri settori: bevande (+10,5%), prodotti alimentari (+34,5%), articoli in gomma e materie plastiche (+21%), prodotti della metallurgia (+6,9%), prodotti in metallo (+16,4%), apparecchiature elettriche (+42,5%), macchinari (+41,6%) e mobili (+13%).

In flessione, invece, abbigliamento (-30,5%), pelletteria-calzature (-3,1%), legno e prodotti in legno (-9,6%), prodotti chimici (-18,9%) e altri prodotti lavorazione dei minerali non metalliferi (-20,7%).

“A proposito delle prospettive – spiega il Segretario Generale della Camera di Commercio Marco Randellini - alcuni indicatori economici stanno evidenziando una serie di criticità che potrebbero influenzare il quadro nazionale e conseguentemente quello locale. Mi riferisco alle ben conosciute problematiche legate agli aumenti delle materie prime, delle commodity energetiche e alla crescita dell’inflazione. Non mancano però segnali positivi quali ad esempio il ciclo espansivo degli investimenti trainato dal settore delle costruzioni o il reshoring, cioè il rientro delle attività produttive in precedenza delocalizzate in altri Paesi. Segnali divergenti che rendono quanto mai incerto lo scenario economico dei prossimi mesi”.

Un quadro che da un lato dà ampi segni di ripresa ma dall'altrole tensioni internazionali e il galoppare dei prezzi generalizzato mettono a rischio lo slancio economico, molte aziende infatti sono alle prese con il forte rincaro energetico, una tegola che incrina la fiducia per i mesi invernali.