Attualità

​Siena piange per il turismo mordi e fuggi

Calano affluenze in alberghi e ristoranti del centro. La Fipe accende la miccia alle polemiche

E' una Siena colpita nel vivo quella che polemizza sul turismo. E stavolta non sono solo i social a fare le affermazioni più pesanti. L'intera opposizione alla giunta di centrodestra si sta esprimendo con comunicati di critica e condanna. Ad accendere la miccia è stata la Confcommercio locale. Marco Cioni, presidente Fipe, denuncia la minor affluenza in alberghi ed esercizi di ristorazione del centro, anche nei momenti culmine come potrebbero essere i giorni del Palio o la notte bianca. La discussione si è dunque allargata a macchia d'olio perché si sta parlando del volano principale di risorse per la città. Volendo trovare un responsabile, come spesso avviene, quando si polemizza senza condividere del tutto i dati, l'accusa è verso l'amministrazione che sembrerebbe esser stata incapace anche di motivare le politiche regionali a impegnarsi sulla promozione. 


La stessa Regione è comunque consapevole degli investimenti privati fatti nel settore tanto che a inizio mese aveva promosso i dati di un'indagine sulla ricettività che testimoniavano come questa sia salita del 21,5% nel periodo 2010-2018. Alberghi e grandi strutture avevano fatto un piccolo arretramento quanto a numero di esercizi e camere detenute, mentre il settore privato e familiare aveva determinato il boom con agriturismi e B&B.

Che dire? I turisti insomma non bastano mai. O meglio, alle attività imprenditoriali pensate per vendere ai turisti beni e servizi, le entrate che si stanno registrando non sono quelle attese. Quando questo avviene, progetti imprenditoriali “privati” ancorché “mediati” con il pubblico interesse attraverso autorizzazioni, concessioni e quant’altro, rischiano di venire meno, e di scaricarsi sulla collettività. Prima ancora di diventare “fallimenti” diventano problemi di discussione.

I termini della discussione sono noti e vecchi come il cucco: la città è preda di turismo mordi e fuggi, non ci sono iniziative che attraggono turismo capace di spendere, vivere la città e così via. Insomma, si affidano le responsabilità a comportamenti generali che come tali vanno a finire in capo all’amministrazione comunale. Solo qualche imprenditore avveduto apre il capitolo degli “esamini di coscienza”. Apre cioè alla sfera che il cliente è anche determinato dall’offerta.

Ecco i due versanti del problema: la qualità sia nella domanda che nell’offerta. La gallina e l’uovo. Tradotta in politica significa che bisognerebbe parlare di politiche industriali per il settore: investimenti privati e pubblici; infrastrutture; strategie, progettazione, programmazione, formazione, condivisione. Un piano di lunga lena. Chi invece pensa che il volto, la visione, la missione di una città, del suo sistema imprenditoriale possa trasformarsi e soprattutto essere percepito con qualche escamotage o qualche improvviso “colpo di genio” si sbaglia di grosso. I colpi di genio ben vengano, ma ogni corpo sociale ha bisogno per vivere di risorse costanti e coerenti. Né troppe né troppo poche.

Igor Zambesi