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Tari, uno tsunami che si abbatte sulle imprese

A Siena la spesa storica è oltre 12 milioni annui, mentre il fabbisogno standard indicato dal Mef è di 9 milioni e 300mila euro

La Toscana è tra le prime tre regioni in cui il costo pro-capite dei rifiuti è arrivato a oltre 180 euro annui e la media italiana di 140 euro. A Siena la differenza in più di spesa di circa il 30 per cento. 

Sono i risultati che emergono dallo studio eseguito dall’ufficio studi centrale di Confcommercio sulla base dei dati del Ministero dell'Economia dal 2010 al 2015. 

“La tassa sui rifiuti – commenta Confcommercio Siena - da anni si abbatte come un tsunami sulle imprese che più sono piccole o addirittura micro più subiscono effetti dirompenti fino a compromettere la loro capacità di competere e, a volte di sopravvivere”.

In merito a Siena, dall'analisi della ripartizione dei costi emerge che questi ultimi sono sbilanciati sulla quota fissa, che rappresenta il 69 per cento dei costi complessivi.

“Una corretta allocazione dei costi, tra fisso e variabile – fa notare Confcommercio Siena - è importante perché un peso elevato della quota fissa (superiore al 50% del costo totale) indebolisce il legame tra tassa e rifiuti prodotti e il potere incentivante delle agevolazioni, che spesso agiscono solo sulla quota variabile. In questo senso è necessario rivedere il Piano Economico Finanziario, indicando la percentuale di ripartizione dei costi tra utenza domestica e non domestica per aumentare la trasparenza che è elemento positivo, in modo da arrivare ad un graduale riequilibrio del carico". 

“Le nostre proposte sulla Tari, avanzate al gestore Sei Toscana, all’Ato e agli enti - osserva Confcommercio Siena – sono da sempre: trasparenza sul Piano Economico Finanziario, costi fissi che non superano il 50%, equo bilanciamento tra utenze domestiche e non domestiche, incentivazione ai comportamenti virtuosi, introduzione del criterio dell’effettiva produzione dei rifiuti, significative agevolazioni ed esenzioni”.