Cronaca

Università, sette prof agli arresti, 22 interdetti

Maxi-operazione della Finanza in tutta Italia per smantellare un giro di corruzione incentrato sul rilascio delle abilitazioni all'insegnamento

Una brutta storia di accordi sottobanco, scambi di favori e pressioni su alcuni candidati per favorirne altri è al centro della clamorosa inchiesta Chiamata alle armi condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla procura fiorentina. Pesantissimo il bilancio finale dell'attività investigativa, condotta in vari atenei italiani su 59 indagati: sette docenti universitari agli arresti domiciliari e altri ventidue interdetti dalla al'attività accademica per un anno. Per altre sette persone il giudice per le indagini preliminari di Firenze Antonio Pezzuti si è riservato di far scattare l'interdizione dopo l'interrogatorio di garanzia.

L'inchiesta è iniziata dal tentativo di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore candidato al concorso per l'abilitazione all'insegnamento del diritto tributario a ritirare la propria domanda per favorire un altro candidato, in possesso di un curriculum notevolmente meno prestigioso e promettendogli in cambio l'abilitazione nella tornata di esami successiva.

Controlli, approfondimenti e verifiche successive, con oltre 150 perquisizioni domiciliari, in uffici pubblici e in studi privati, hanno scoperchiato un sistema di accordi corruttivi fra numerosi docenti di diritto tributario, alcuni dei quali componenti di commissioni nazionali per l'abilitazione e quindi pubblici ufficiali a tutti gli effetti: una banda che pilotava il rilascio delle abilitazioni sulla base di interessi personali, professionali o associativi che niente avevano a che fare con il merito.

Notizia in aggiornamento