Cronaca

Costi d'impresa fittizi e scatta il sequestro milionario

Secondo l'esame delle dichiarazioni fiscali da parte della Finanza, la società avrebbe tratto un vantaggio indebito da quasi 1,2 milioni di euro

In dichiarazione dei redditi c'erano costi d'impresa rivelatisi fittizi, documentati con fatture per operazioni inesistenti (Foi) emesse da quattro imprese gestite da cittadini di nazionalità cinese: a scoprirlo è stata la guardia di finanza di Siena che nel territorio provinciale ha proceduto al sequestro preventivo per quasi 1,2 milioni di euro a carico di una società il cui legale rappresentante è adesso indagato. Altre 4 persone sono state denunciate.

Gli accertamenti hanno preso avvio dall’analisi di rischio fiscale su alcune ditte individuali, a carico delle quali sono emersi indicatori di anomalia tipici del fenomeno delle imprese 'apri e chiudi', ovvero con apertura di partita Iva usata per un periodo di tempo relativamente breve, accumulando nei confronti dello Stato ingenti debiti tributari e contributivi, per poi essere rapidamente chiusa facendo perdere le proprie tracce per avviare formalmente una nuova attività. 

In particolare, le Fiamme Gialle senesi hanno rilevato che, nonostante una dotazione patrimoniale inconsistente e una struttura produttiva inadeguata, le quattro ditte individuali avevano rapidamente incrementato il proprio volume d’affari con una conseguente esposizione debitoria verso l’erario pari a 2,6 milioni di euro, con corrispondente credito tributario fittizio. 

E' poi emerso che i titolari avevano già operato per la società che avrebbe utilizzato le Foi, e che quest’ultima si assicurava di un turn over periodico dei fornitori.

Sono così scattate le verifiche fiscali, i cui esiti sono stati comunicati all'autorità giudiziaria. Il legale rappresentante è indagato per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di Foi per 2.633.843 euro, ricevute dai quattro imprenditori cinesi a loro volta segnalati per emissione di fatture false. La società verificata avrebbe tratto dal reato tributario un vantaggio di 1.184.183,16 euro, pari all’imposta evasa, è stato inoltre ipotizzato l’illecito amministrativo relativo alla responsabilità degli enti derivante da reato.