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Attualità giovedì 14 gennaio 2021 ore 10:05

Diabetici con problemi alla vista, ecco cosa fare

Andrea Romani, primario Oculistica

Il primario di Oculistica Andrea Romani ribadisce l'importanza del percorso terapeutico. "Visite di controllo almeno una volta all'anno"



AREZZO — Il diabete porta seri problemi alla vista. Questo è un dato di fatto.  Il Covid ha cambiato molte cose. Tra la gente c'è la paura del contagio ma il primario di Oculistica della Asl Toscana sud-est ribadisce l'importanza che le persone diabetiche non interrompano il loro percorso terapeutico e che eseguano, almeno una volta all'anno, una visita di controllo.

“L’edema maculare diabetico è la principale causa di perdita della vista e cecità nei pazienti diabetici – dichiara Andrea Romani, Direttore del Dipartimento di oculistica della Asl Toscana sud est. Per questo motivo è importante che le persone con diabete facciano almeno una visita oculistica all’anno per diagnosticare precocemente la malattia e velocizzare i trattamenti riducendo così i potenziali danni alla vista. Fortunatamente la paura dell’infezione da Covid-19 non ha spinto le persone a rinunciare alle visite o interrompere le cure e questo ci ha permesso di portare avanti regolarmente la nostra attività anche durante la pandemia. Presso i nostri Centri di riferimento è possibile ricevere la propria terapia o fare un accertamento diagnostico, senza correre alcun rischio.”

I pazienti affetti da questa patologia sono generalmente sottoposti a terapie continuative che prevedono una periodicità definita. Si tratta di iniezioni intravitreali ripetute nel tempo - vale a dire con un farmaco iniettato direttamente all'interno dell'occhio mediante una procedura che deve essere necessariamente eseguita in ambiente ospedaliero - che consentono non solo di prevenire la perdita della vista, ma anche di recuperare l’acuità visiva perduta.
“Questi pazienti dovrebbero essere gestiti da oftalmologi esperti di questa patologia come presso l’Ospedale San Donato di Arezzo e il Misericordia di Grosseto, che garantiscono competenze e continuità assistenziale - spiega Andrea Romani - Un’alta frequenza di visite e iniezioni è una complessità sia per il centro che per il paziente. Oggi sono disponibili farmaci come il desametasone che richiedono un numero di somministrazioni inferiore, grazie alla tecnologia che ne permette un rilascio prolungato nel tempo, e che determinano anche un recupero rapido della vista. Questo si traduce in un duplice vantaggio per il paziente e per il centro: grazie ad un’azione di lunga durata e ad un minor numero di visite, diminuiscono gli accessi ai Centri di riferimento.”
In questa attività di grande aiuto si sta rilevando la distribuzione territoriale di centri di diagnostica strumentale collocati anche nei Presidi Ospedalieri territoriali (come per esempio l’Ospedale La Gruccia del Valdarno, l’Ospedale di Campostaggia a Poggibonsi e di Nottola a Montepulciano). Inoltre la telemedicina ed il teleconsulto contribuiscono a rendere più efficiente e fruibile il servizio.

“In campo terapeutico, oltre ai farmaci intravitreali, è possibile in alcuni casi ricorrere al trattamento laser mininvasivo che consiste in trattamenti laser sottosoglia oppure al trattamento con laser giallo micropulsato già in uso ad Arezzo presso l’Ospedale San Donato e a Grosseto presso l’Ospedale Misericordia – conclude Romani.


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