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Attualità domenica 10 luglio 2016 ore 16:08

"Malamovida, città lasciate sole"

Chiesto un vertice fra le tre città universitarie-turistiche coordinato dal prefetto di Firenze. Il sindaco di Pisa: "Non ci vogliamo arrendere"



PISA — "Le città che vivono il fenomeno della malamovida sono state lasciate sole".

A dirlo é il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, promotore insieme al prefetto Attilio Visconti di una iniziativa: "Al prefetto di Firenze Alessio Giuffrida -spiega il primo cittadino pisano-  è stato proposto di convocare e coordinare un tavolo permanente, per varare, sostenere e monitorare provvedimenti su diversi versanti, coinvolgendo anche la Regione e le università. Con Firenze, che vive ogni notte i nostri problemi, avevamo da tempo discusso di condividere azioni. Anche Siena è coinvolta, perché ha iniziato a vivere criticità notturne. Il sindaco Bruno Valentini è d’accordo". 

Si tratta di una decisione presa nell’ultima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, richiesto e convocato per fare il punto sui provvedimenti contro la malamovida

"Ci sono aspetti diversi da affrontare. La strategia discussa prevede cinque mosse. Innanzitutto un’iniziativa coordinata fra le città, che sia anche di pressione sul governo nazionale – sottolinea Filippeschi – per colmare le carenze di organici delle forze dell’ordine e per varare la nuova legge sulla sicurezza urbana, per consentire più forti controlli notturni e per avere regole più severe contro gli abusivismi. Il convegno dell’Anci fatto proprio a Pisa ha approfondito il tema. Dunque dure sanzioni contro chi rifornisce di alcool le piazze, per esempio. Poi un’azione di migliore gestione dei luoghi, per l’igiene urbana. E anche un potenziamento della videosorveglianza dov’è necessario".

"Di certo dobbiamo affrontare il lato culturale e sociale. Facendo percorsi di partecipazione e d’interlocuzione. Coinvolgendo i cittadini dei quartieri interessati e le circoscrizioni. Cercando un dialogo, con personale esperto. Come a Pisa abbiamo cercato di fare con lo spazio di piazza Sant’Omobono. Anche se è poi difficile creare alternative con eventi permanenti o ripetuti. Perché costano e hanno gravosi oneri organizzativi. Non ci tiriamo indietro – aggiunge Filippeschi – e per questo chiediamo un sostegno alla Regione e alle università. E’ forse semplicistico pensare che abitudini radicate si superino dando qualche alternativa, luoghi diversi, più decentrati. Ma dobbiamo provarci. E ogni istituzione deve metterci impegno, patrimonio e risorse. I Comuni da soli possono fare poco. Confido che il tavolo reginale ci aiuti a dare un impulso nuovo".


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