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Cronaca sabato 20 agosto 2016 ore 10:56

Le indagini Mps? "Un atto dovuto" secondo Viola

L'ad della Banca senese è intervenuto in una nota stampa spiegando la sua posizione sulle accuse di falso in bilancio che lo vedono indagato



SIENA — “Come noto e precisato dalla Procura della Repubblica di Siena, prima di trasmettere gli atti alla procura di Milano per competenza territoriale sono state iscritte nel registro degli indagati la mia persona nel ruolo di AD e l’ex Presidente Dr. Alessandro Profumo per “atto dovuto”- interviene così Fabrizio Viola, spiegando il suo punto di vista in merito alle indagini in corso e le accuse di frode e falso in bilancio ai danni della Banca da parte degli ex vertici di Mps. -

"L’incessante focus mediatico sulla nostra Banca, l’esposizione della notizia di alcuni organi di stampa e, comunque, il possibile rischio di errate interpretazioni o strumentalizzazioni in un momento di così forte attenzione per i piani che stiamo portando a concretizzazione con strenuo impegno, mi inducono a esprimere precisazioni e considerazioni che potrebbero non essere necessarie.

Infatti, “l’atto dovuto” da parte della magistratura, se da un lato si inquadra nell’obbligo di procedere a fronte di un esposto, dall’altro è supportato dalla trasparenza, dalla qualità e quantità di informazioni documentate, dagli esiti delle verifiche delle Autorità che la Banca, con la sua attuale dirigenza, in questi quattro anni, ha fornito insieme ad un fattivo e continuo contributo alle inchieste.

E’ quindi con piena fiducia nella magistratura e la serenità sulla correttezza del nostro operato che attendo il rapido chiarimento della situazione.
Mettendo quindi da parte la mia situazione personale, altresì non nascondo che sia per me emotivamente oneroso, a fronte degli immensi sforzi di questi quattro anni per il risanamento della Banca, nonché per la Banca stessa, assistere ad ulteriori effetti negativi degli strascichi del passato e delle responsabilità altrui.

In questo senso, voglio richiamare l’attenzione su quanto l’incapacità o la non volontà di evidenziare il netto distinguo tra la precedente gestione e l’operato di quella attuale possano, in questo delicato momento, influenzare negativamente la credibilità della Banca, i risultati oggettivi raggiunti, nonché la fiducia che si è riconquistata e che è riconosciuta anche dai suoi più autorevoli interlocutori.”


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