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Attualità domenica 04 agosto 2019 ore 13:03

​Sulle disabilità Siena può far molto

Massimo Vita a un work shop internazionale sulle disabilità

Intervista a Massimo Vita, leader storico dell’Uici Siena. Molto da lavorare per favorire dialogo e confronto



SIENA — Pur se Massimo Vita, figura storica dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, ha lasciato la presidenza senese ad Alessandro Turci, resta una figura di cui si avverte il non indifferente peso quando si parla di Terzo Settore a Siena. Oggi, oltre alla vicepresidenza dell’Irifor (Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione) permane nel ruolo di consigliere regionale del sodalizio, ma da circa un anno ha avviato una chat su Whattsapp, popolatissima, dove si segnala e si dibatte qualunque evento nuovo coinvolga il Terzo Settore. Ci riferiamo a un comparto ad altissima attenzione che può venir danneggiato, generalmente per ignoranza, dai provvedimenti di urgenza di Governo ed enti territoriali che mostrano sì sensibilità verso quella parte della società svantaggiata dalla perdita di una funzione o un senso, ma hanno sempre bisogno di un consiglio o un correttivo per rendere efficace la propria azione.

Particolarità del gruppo whattsapp, voluto da Massimo Vita e ormai entrato nell’uso comune di tutti gli appartenenti al settore, è che non è stato limitato appunto ai soli appartenenti con funzioni apicali, ma è stato esteso a beneficio e informazione anche agli interessati, ai giornalisti, ai politici, agli esponenti della vita sociale e sportiva. Quello su cui Massimo Vita insiste è che ogni nuova notizia o argomento di polemica debba essere affrontato all’insegna del metodo partecipativo.

Massimo buongiorno, ci parli di questo gruppo social… Cominciamo con finalità e risultati ottenuti.

- “Il gruppo l’ho costruito quasi come una sfida a me stesso e in un primo momento ho sperato potesse rilanciare l’azione comune del terzo settore a Siena e la prima riunione frontale andò bene. Oggi il gruppo è poco attivo ma comunque rappresenta uno strumento di informazione utile alla circuitazione delle notizie. Alla ripresa in settembre proverò a riconvocare gli appartenenti per un confronto e per nominare un gruppo di coordinamento. Conto anche sui mezzi di informazione per rilanciare un confronto che manca in città”.

Quali sono le sue sensibilità verso il Terzo settore a Siena? C’è molto da fare?

- “Si, ci sarebbe davvero molto da fare. In primo luogo dovremmo riprendere a parlarci come facevamo ai tempi della consulta provinciale della disabilità presieduta dal mai troppo compianto Agostino D’Ercole. Dovremmo elaborare un piano di azione che serva per confrontarci con le pubbliche amministrazioni e soprattutto con l’amministrazione comunale di Siena che pare, preferire il rapporto con le singole realtà piuttosto che con il complesso delle associazioni. Dovremmo cercare di rimettere al centro le persone e costruire intorno a questa centralità un progetto che guardi al medio e lungo termine senza trascurare le emergenze. Dovremmo riaprire il dibattito sulla gestione della vita indipendente; riprendere l’azione per l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali; migliorare i trasporti calibrandoli più sulle persone che sui luoghi e sui mezzi; dire la nostra sui servizi alla persona e sul livello di interlocuzione tra le varie amministrazioni che sul territorio agiscono; programmare un intervento a favore dei giovani e degli anziani per evitare disagi di diverso genere”.

Ci può spiegare in questo moltiplicarsi di associazioni, consulte, forum, note, comunicati stampa, quali sono i consessi più autorevoli cui l’opinione pubblica dovrebbe fare più attenzione?

- “L’opinione pubblica a Siena sembra vivere in uno stato di torpore. Si sente poco il cuore della città sui temi del disagio sociale e sui progetti di lungo termine. Questa città non deve perdere le tradizioni ma deve alzare il suo sguardo per cercare di immaginare il futuro e non correre il rischio di perdere i suoi giovani che qui non trovano la propria realizzazione. Ritengo che le Contrade siano una grande risorsa e che da esse si può partire per costruire un grande progetto per la città. Ci sono anche tante belle realtà associative che tengono viva l’attenzione su molti temi e tutti dovremmo fare di più per sostenerle. Faccio un esempio che a mio avviso è la cartina al tornasole di cosa sta vivendo la città. Per lungo tempo si è discusso e polemizzato intorno al Santa Maria ma dopo i successi degli ultimi anni, oggi poco si discute della mancata nomina del direttore per la quale, il Comune ha emesso un bando. Un’altra realtà a cui prestare attenzione sono i mezzi di informazione che sono in sofferenza. Proprio in questi giorni ci ha raggiunto la notizia delle difficoltà di Antenna Radio Esse. Si pensa di risolverle affidando l’attività a persone volontarie rinunciando ai giornalisti di professione. A mio avviso in città ci doveva essere una sollevazione e per questo ho proposto di far entrare in cooperativa tanti cittadini realizzando così un aumento di capitale per salvare la radio. Ad oggi non ci sono reazioni ufficiali della proprietà o per meglio dire della maggioranza dei soci della cooperativa proprietaria della radio. Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alle associazioni di e per disabili che operano in condizioni di difficoltà economiche e di personale”.

Le risorse maggiori le ha la Regione, ma supponiamo che il Comune di Siena sia il vostro principale interlocutore con il Forum che ha creato, con l’assessorato apposito e con i finanziamenti varati ad inizio anno per il Terzo Settore. Ha un’opinione da esprimere?

“Questa nuova amministrazione fino ad ora non si è distinta per i tratti innovativi ma piuttosto per la scarsa propensione al dialogo con le forze sociali. Basta pensare quanto tempo ci è voluto per ricostruire la consulta della disabilità. Dopo averla ricomposta, si è riunita una o due volte e senza particolari argomenti. In questi giorni, il Comune sta lavorando all’elaborazione di un progetto di innovazione sociale per rispondere a un bando della presidenza del Consiglio dei Ministri ma ha pensato bene di coinvolgere le singole associazioni senza sentire la consulta della disabilità o senza riunire tutti i possibili attori sullo stesso tavolo. Possibile che a Siena possano parlare di questo tema solo gli amici del consorzio Archè e i tecnici della Fondazione Mps? Non abbiamo avuto modo di vedere su quale progetto si sta lavorando ma, per esempio, alla mia associazione è stato chiesto di dare il sostegno. Il Comune non da oggi dovrebbe dirci come pensa di migliorare l’accessibilità di questa città e come vuole agire per fornire una risposta al disagio sociale diffuso tra i giovani, gli anziani, le famiglie e i disabili. Sono problematiche non nuove ma l’amministrazione attuale si è presentata alla città dicendo di voler innovare e cambiare strada rispetto al passato. Io personalmente ho dei dubbi su questi propositi ma gli assessori al ramo mi sembrano persone di buona volontà e per questo attendiamo cenni positivi. Ci vuole più confronto e più dialogo”.

Da uno a dieci che voto darebbe alla città di Siena per come si rapporta al Terzo Settore?

“Se parliamo della risposta dei singoli cittadini direi che si meritano un otto pieno mentre non credo si possa dire lo stesso delle istituzioni, le quali spesso si servono del terzo settore per supplire alle loro mancanze. Abbiamo avuto periodi positivi ma erano legati più a sensibilità personali dei vari assessori che al sistema”.

RG


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