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Attualità domenica 20 novembre 2022 ore 18:45

Cibo, luce e gas, le città toscane più e meno care

Ecco quali sono le città della Toscana che risultano tra le più care d'Italia per costi di utenze elettriche e fornitura gas e per prodotti alimentari



ROMA — Tutti i giorni le curve degli indici dei prezzi al consumo e dei costi energetici fanno tribolare gli italiani ma spesso si parla di un aumento generalizzato, cosa che in realtà non avviene visto che i consumatori hanno classificato le città più o meno care in Italia.

Nelle prime 10 città più care ce ne sono alcune presenti in Toscana, Massa Carrara, Grosseto e Pistoia hanno visto aumentare i prezzi delle utenze di luce e gas. L'unica che si distingue per risparmio è Lucca ma solo per quanto riguarda i prezzi dei generi alimentari. 

Nella classifica tra le città toscane più care per le utenze di gas e luce, Siena al 14° posto e Pistoia al 15°, Lucca 17° e Firenze 18°, seguono Arezzo 22°, Pisa 23° e Livorno 24° con un aumento del 145,6 per cento che è anche la città Toscana con il rincaro "minore" visto che fino alla 70° posizione non troviamo altre toscane.

Tra le città più care per quanto riguarda i prezzi di cibo e bevande dopo Grosseto e Pistoia ci sono Arezzo al 12° posto e Firenze al 17° con aumenti intorno al 15 per cento.

Diamo una occhiata ai dati resi noti dalla Unione Nazionale Consumatori che ha condotto uno studio sui maggiori rincari annui per quanto riguarda due voci del paniere, cibo e bevande, luce e gas, elaborando i dati Istat resi noti in settimana e relativi al mese di ottobre.

Energia elettrica, gas e altri combustibili

Se in Italia il rialzo in Ottobre è stato pari al 135%, con una stangata a famiglia pari in media a 1.820 euro in più su base annua, in alcune città delle 80 monitorate è stato superato addirittura il 160 per cento.

In vetta alla classifica delle città più care c'è Perugia, dove le spese per luce e gas volano del 163,8% su Ottobre 2021, al secondo posto Terni, +160,7% ed a seguire Teramo (+152,2%).

Fuori dal podio Bologna (+151,7%), poi Lodi (+151,2%), al sesto posto Alessandria (+151%), poi Massa Carrara (+150,3%), Vercelli (+148,5%) e Biella (+148,3%). Al decimo posto Imperia con +148,1%.

Le città meno care Potenza, al 1° posto con +96,1%, Aosta con +98,3%, che non hanno raddoppiato i prezzi. Sul gradino più basso del podio Napoli con +108,3%. Seguono Benevento (4°, +109,4%), Caserta (5°, +110,2%), al 6° posto Catanzaro (+115,6%), poi Reggio Calabria (+115,8%), Gorizia (+116,4%) e Avellino (+116,8%). Al decimo posto Cosenza (+118,9%).

Prodotti alimentari e bevande analcoliche

I prezzi sono saliti in Italia del 13,5%, equivalenti ad una scoppola pari in media a 761 euro in più su base annua, batosta che sale a 1038 euro per una coppia con 2 figli, 937 euro per una coppia con 1 figlio, 1240 euro per una coppia con 3 figli, in molte città è andata ben peggio rispetto alla media nazionale.

In vetta alle città più care c'è Cosenza, raggiunta da Macerata, con un'inflazione del 16,9% rispetto a Ottobre 2021. In termini di aumento del costo della vita si tratta di una stangata pari a 1.092 euro per una famiglia media di Cosenza e 920 a Macerata. Al 2° posto Catania, con il 16,7% e 968 euro a famiglia, al terzo Ravenna dove mangiare e bere costa il +16,4% pari a 877 euro.

Al 4° posto Imperia, Grosseto e Viterbo (+16,2% per tutte e 3), poi Terni (+15,9%), al sesto posto Olbia-Tempio (+15,7%), poi Udine (+15,6%), Verona (+15,5%), al 9° posto Padova e Pistoia (ambedue +15,4%). Chiude al decimo posto Teramo con +15,3%.

La città meno cara è Bergamo, dove i prezzi salgono del 10%, pari a 572 euro. A seguire Como (+10,2%) e Biella (+10,5%). Al 4° posto Parma (+10,7%), poi Caltanissetta e Cuneo (ambedue +11%), Siracusa e Catanzaro (+11,2% per tutte e due), al 7° posto Lucca (+11,3%), poi Aosta (+11,5%), in nona posizione Milano e Brescia (+11,8%). Al decimo posto Campobasso (+12%).


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