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Attualità lunedì 13 febbraio 2023 ore 13:58

Gli algoritmi per liberare la paziente dal dolore

sala operatoria
L'intervento viene praticato in anestesia locale (Foto d'archivio)

La donna stentava ormai anche a camminare. Impulsi elettrici adesso regolano le stimolazioni dolorose e lei è tornata a una vita normale



SIENA — Algoritmi innovativi per liberare una paziente dal dolore: è l'intervento di terapia neuromodulativa effettuato dell’équipe del servizio di terapia antalgica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese su una donna di 63 anni con un forte dolore neuropatico invalidante. 

Affetta da Post operative pain syndrom (Pops), la donna stentava ormai anche a camminare, e non riusciva a fare più di qualche passo. L'impianto dell'elettrocatetere effettuato a Siena, invece, regola le stimolazioni dolorose tramite impulsi elettrici e le ha restituito una qualità della vita quasi normale, liberandola da formicolii e bruciori invalidanti.

La donna, spiega una nota del policlinico senese delle Scotte, è stata trattata in un lasso di tempo di 45 giorni fra la prima visita e l’intervento: "La paziente aveva una deambulazione molto limitata – spiega il dottor Stefano Lippi, responsabile della Terapia Antalgica – e non riusciva ad andare oltre i 100 metri di camminata. Abbiamo quindi deciso di posizionare un elettrocatetere con algoritmi innovativi all’interno dello spazio epidurale, con un ingresso lombare fino all’altezza delle vertebre dorsali t8 e t9, per avere una stimolazione ottimale per gli arti inferiori". 

L'intervento viene effettuato in sala operatoria in regime di day surgery ed in anestesia locale, in modo che il paziente possa collaborare. A esito dell'operazione viene ridotta e in alcuni casi sospesa la terapia del dolore farmacologica tra oppioidi, antiepilettici e antidepressivi.

La neuromodulazione avviene attraverso un impulso elettrico che modula, appunto, il segnale doloroso: "La neuromodulazione avviene attraverso un impulso elettrico che modula il segnale doloroso - spiega la dottoressa Elena Fatighenti che fa parte dell'équipe di Terapia Antalgica - che dalla periferia arriva al sistema nervoso centrale dove viene elaborato. In questo caso specifico abbiamo utilizzato un algoritmo che agisce sulle cellule gliali che stando alla ricerca più attuale sono quelle maggiormente coinvolte nella modulazione, percezione e cronicizzazione del dolore". 

Sollevata la paziente: "Avevo dolore, bruciore e formicolio dalla metà della schiena alle gambe, non riuscivo a fare niente – racconta – nemmeno a dare lo straccio per terra. Ho avuto giovamento fin da subito l’intervento, sono spariti formicolio e bruciore, e sono riuscita di nuovo a stare in piedi e fare normalmente le attività quotidiane. Ho un tenore di vita accettabile e normale, è una grande cosa".


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