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Attualità mercoledì 13 novembre 2024 ore 10:25

Diabete, aumentano i nuovi casi tra i bambini

diabete esame pic

Le nuove diagnosi crescono annualmente del 3,6% e la Toscana non fa eccezione. Avanza il tipo 2, fino a poco tempo fa assente nei più piccoli



TOSCANA — “Anche quest’anno ­il trend in crescita è confermato: le nuove diagnosi di diabete crescono del 3,6% e la Toscana non fa eccezione. Nella nostra regione, annualmente, si registrano circa 100 nuove diagnosi di diabete di tipo 1 e circa 10 nuove diagnosi di diabete di tipo 2. Fa riflettere il fatto che qualche decennio fa il tipo 2 nei bambini non esisteva”. Parola della dottoressa Sonia Toni, responsabile della Diabetologia pediatrica dell’Aou Meyer Irccs che fa il punto sulla diffusione del diabete in età pediatrica in Toscana alla vigilia della Giornata mondiale del diabete.

L'ospedale pediatrico toscano, con sede a Firenze, anche quest'anno torna a illuminarsi di blu e ad organizzare un evento formativo tutto dedicato agli insegnanti delle scuole. Ma non solo: nei giorni scorsi la Diabetologia dell’Aou Meyer Irccs ha dato vita un campo scuola per i suoi pazienti a Suvignano, una tenuta un tempo appartenuta alla mafia che la Regione Toscana ha trasformato in azienda agricola. 

Grazie a questa esperienza alcuni adolescenti hanno completato il percorso formativo per acquisire il ruolo di tutor, mentre altri lo hanno iniziato. Tutto questo per poter aiutare altri bambini nella gestione della patologia. Azioni necessarie per affrontare una malattia, come il diabete, che è sempre in crescita.

Gestire il diabete in famiglia e in classe

Se i bambini con questa patologia aumentano, diventa sempre più importante che la scuola riesca ad accogliere le loro necessità. Per questo, ogni anno, il Meyer organizza un evento formativo sulla gestione in sicurezza del bambino con diabete a scuola. Una giornata in presenza, a cui si aggiungono i corsi periodici effettuati online.

La diagnosi di diabete ha un impatto molto forte per una famiglia, per le tante implicazioni pratiche che comporta (4-6 iniezioni al giorno, controllo della glicemia e dell’alimentazione, correzione dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia) e soprattutto per la necessità di trovare risorse per affrontare il riadattamento che il diabete richiede all’interno della famiglia e nella comunità con cui il bambino interagisce. In primis la scuola. 

“Nostro compito – spiega la dottoressa Toni - è creare una rete di sicurezza che permetta l’inserimento a scuola e formare tutte le figure professionali con cui il bambino si relaziona. Una scuola accogliente e attenta mette il bambino a suo agio e lo aiuta nel percorso di accettazione della malattia. Un insegnante formato, inoltre, può allertare il genitore per una diagnosi precoce se un alunno chiede spesso di bere o di andare in bagno”.

La Toscana nell’ambito della rete regionale di diabetologia pediatrica ha organizzato corsi di formazione itineranti rivolti al personale scolastico, consolidando quella alleanza sanità-istruzione che permette accoglienza, ascolto e aiuto e che la nostra Regione, fra le prime in Italia, ha promosso con una legge specifica. Grazie ai corsi online gestiti con l’aiuto delle Associazioni dei genitori, sono stati formati migliaia di insegnanti provenienti da tutta la Toscana e non solo.

Il diabete nel bambino

Il diabete mellito è la malattia cronica più frequente in età pediatrica e purtroppo spesso è diagnosticata in ritardo con gravi rischi per il bambino. Il diabete tipo 1 è una forma di diabete dovuto alla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina perciò è detto insulino-dipendente, perché l’organismo si trova ad essere senza questo ormone che è fondamentale per la vita.

Il bambino, pertanto, all’esordio del diabete urina spesso (poliuria), beve più del solito (polidipsia), si sveglia di notte per bere e urinare, riprende a bagnare il letto (enuresi), ha più fame del solito (polifagia) ma dimagrisce, è stanco e ha meno energia (astenia), può avere infezioni nell’area genitale a causa della perdita di zucchero con le urine. 

Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita: “In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo. Se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al pronto soccorso. Questo quadro iniziale infatti evolve rapidamente verso la chetoacidosi, che può portare al coma”, spiega la specialista.


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