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Attualità martedì 23 febbraio 2016 ore 12:49

Pazienti ‘fragili’ assistiti dopo le dimissioni

L'agenzia per la continuità ospedale-territorio (ACOT) è diventata un punto di riferimento per proseguire le cure dopo le dimissioni dall’ospedale



VALDICHIANA — Il servizio dell’ex USL 7 ha lo scopo di garantire ai pazienti cosiddetti fragili, ovvero persone affette da patologie croniche multiple, con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e/o delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico, la continuità terapeutico-assistenziale nel territorio dopo le dimissioni dall’ospedale.

Il 90% dei pazienti presi in carico da ACOT ha più di 65 anni e, soprattutto fra gli ultraottantenni, prevalgono le persone affette da più patologie croniche; circa il 65% degli assistiti presenta limitazioni funzionali o disabilità e nel 10% dei casi si tratta di cittadini che vivono da soli, senza alcun sostegno o con il sostegno solo di amici e conoscenti.

L’ACOT è stata istituita un anno fa, su iniziativa dell’azienda sanitaria locale, per ricondurre ad un unico punto territoriale la richiesta di bisogno assistenziale proveniente da tutti i presidi ospedalieri e territoriali della provincia di Siena (ASL 7 e AOUS) e si basa sul concetto che la dimissione del paziente dall’ospedale non può essere affrontata come un evento isolato ma deve essere un processo pianificato e concordato fra struttura ospedaliera, servizi territoriali e famiglia.

Nell'ambito dell'ACOT lavora un team multidisciplinare formato da infermieri, assistenti sociali e medico di comunità definisce che insieme al personale di reparto, al medico di medicina gtenerale e alla famiglia, scelgono il percorso assistenziale più appropriato per il paziente attraverso un pacchetto di servizi che rispondono al suo specifico bisogno, sia a domicilio che in assistenza residenziale (Ospedale di Comunità/Hospice, Cure Intermedie, Strutture Riabilitative).

Nel corso del 2015, ad esempio, il 60% degli utenti presi in carico ha potuto continuare le cure a domicilio e il 40% ha fatto ricorso all’assistenza residenziale. Con la segnalazione all’ACOT, che è effettuata dal medico di reparto con il consenso del paziente e/o dei familiari di riferimento e di cui viene informato il medico di famiglia, si innesca un meccanismo di coordinamento fra tutti gli attori coinvolti che è fondamentale per il passaggio delle informazioni.

L’ACOT nel 2016 estenderà i suoi obiettivi alla definizione di un percorso di ammissione guidata territorio-ospedale, al fine di rendere più chiari e certi i percorsi diagnostico-terapeutici garantendo così l’equità di accesso al servizio sanitario.


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