Attualità giovedì 17 dicembre 2020 ore 13:24
Commercio, fatturati in picchiata

E’ la fotografia scattata da Fipe Confcommercio nel settore bar e ristorazione: bilanci giù oltre il 50 per cento per molte imprese
SIENA — Bilanci giù di oltre
il 50% per il 26% delle imprese. Un dato che parla da solo e descrive la
situazione nel settore bar e ristoranti nella città del Palio.
Marco Cioni,
presidente Fipe Confcommercio snocciola i numeri e chiede soluzioni: “Basta
guardare questi dati e quelli dell’Irpet per capire chi ha pagato il Covid. Ci
vuole un immediato risarcimento dei danni, la cancellazione di ogni forma di
imposizione fiscale relativa al 2020, l’applicazione dei rating bancari 2019,
un provvedimento che modifichi l'attuale disciplina delle locazioni
commerciali, escludendo l'ipotesi di sfratto per inadempienza, e rinegoziazione
dei canoni di locazione”
Il Covid ha picchiato
duro per “il 26 per cento delle imprese della ristorazione; il periodo
giugno-ottobre si è concluso con un crollo dei fatturati ben superiore al 50
per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In provincia di Siena
come altrove”. Per Cioni, adesso ciò che conta “sono le prospettive per il
futuro. Servono chiarezza nelle regole e nei ristori. Entrambi elementi che
mancano. E non di poco”.
L’associazione di categoria non ha previsioni
incoraggianti: “Secondo l’ultimo report dell’Istat ripreso dall’Ufficio studi
di Fipe-Confcommercio i mesi invernali vedranno un’ulteriore contrazione dei
volumi d’affari, con il 34,1 per cento delle imprese che si aspettano fatturati
più che dimezzati nel periodo dicembre-febbraio e soprattutto con un
imprenditore su 10 che ha già previsto un azzeramento totale degli incassi.
Siena non si discosta da questo quadro”.
Insomma, Cioni non ci gira intorno: “Un
disastro annunciato determinato dal clima di sfiducia che si è venuto a
consolidare durante l’autunno quando solamente il 15,1% delle imprese della
ristorazione e dell’accoglienza ha potuto restare completamente aperto,
lavorando a pieno regime pur in un contesto di generale debolezza dei consumi.
La stragrande maggioranza ha dovuto fare i conti con una limitazione
della propria attività, confinata spesso al solo asporto".
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