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Attualità domenica 21 luglio 2019 ore 09:53

Scandalo per una cena privata nell’Entrone

Subissato sui social l’assessore Tirelli. A sua difesa scende in campo un ex sindaco della Sinistra Democratica



SIENA — Sul profilo pubblico dell’assessore al Turismo di Siena Alberto Tirelli, (nella foto sotto) al momento, ci sono alcuni post sospesi. Supponiamo che il “filtro” serva a far sfumare una polemica che se si sviluppa sui social non trova il giusto canale dialettico di analisi. Ma partiamo dai fatti.

La Piazza del Campo negli ultimi tempi è stata teatro non solo di Palio, ma anche sede di tappa di alcuni eventi nomadi. Possiamo citare la Mille Miglia, seguita dalla Parigi-Modena, quindi dal raduno delle Lamborghini d’epoca e poi la cena nel Cortile del Podestà della Seqirus, la multinazionale dei vaccini che a Monteriggioni ha aperto il suo headquarter italiano. Per ciascuno di questi eventi, il Comune ha anche fatto cassa, incamerando un’indennità/contributo da parte degli organizzatori degli eventi. La circostanza, ripetuta, ha fatto gridare scandalo ai più tradizionalisti e non trovando la polemica adeguato spazio sulla stampa generalista, essa è sfociata sui social dove in breve si è passati anche ad espressioni troppo colorite. C’è invero un regolamento apposito per l’uso della Piazza del Campo, cui una delibera del 2003 – a parere dell’assessore Tirelli – fa deroga quanto alla concessione di spazi pubblici, tuttavia il tema da discutere non è proprio questo.

Se non fosse estate, la discussione sull’uso privato di spazi pubblici in affitto innestata dalle precisazioni via social dell’assessore Tirelli apparirebbe surreale. Ma, insulti a parte, nessuno dei tanti offesi affronta il nodo vero che non è tanto fare cassa per fare cassa quanto quello che l’assessore pietosamente ha omesso, e cioè: i senesi, la grande eredità di beni e palazzi pubblici, sono in condizioni di mantenersela con la solo fiscalità generale? In una fase di invecchiamento della popolazione? Di riduzione della fascia attiva? Della natalità?

Non è stato cosi nel recente passato dove gli utili della banca senese hanno coperto mutui per ristrutturazioni e manutenzioni. Senza considerare le leggi speciali per la città che hanno fatto da volano e consentito il recupero di interi quartieri.

Bisognerebbe che i “senesoni” più polemici avessero oggi il coraggio di dirsi la verità, perché mantenersi le ricchezze del passato sarà un problema grosso per le generazioni future. Bisognerà che seriamente si pensi di mettere a reddito, sì a reddito, parti importanti del patrimonio pubblico, se non addirittura si sarà costretti ad alienarle. Ci sono parametri e regole da costruire per affrontare l’immediato futuro? Ecco, questa è la discussione che dovrebbe essere fatta, perché regole e parametri siano definiti, senza infingimenti e sotterfugi ma con un obiettivo chiaro: riprodurre e mantenere nel tempo i tanti gioielli. Altrimenti tra mille imprecazioni non resterà che proclamarsi personaggi tanto nobili quanto decaduti.

E c’è dell’altro, la discussione è talmente importante che una sorta di difesa di un assessore del centrodestra viene oggi pronunciata da un ex sindaco considerato sempre esponente della sinistra democratica, Maurizio Cenni. “(…) In questa fase – sostiene sul blog “Just another day of sun” - che la città abbia bisogno di ricostruire un appeal ed una capacità di attrazione a mio parere, può giustificare anche interventi spot, che riaccendono luci e riflettori secondo un concetto di marketing basilare. E’ stato fatto in passato e se proposto e costruito con le giuste attenzioni non ci vedo nulla di scandaloso, anzi. Ci sono occasioni in cui mostrare gli scorci più suggestivi e le location che puoi mettere a disposizione rientra a pieno titolo nella attività di promozione della immagine della città, a maggior ragione se vai ad incrociare insediamenti di attività produttive di prestigio, o tendi a promuoverle ed incoraggiarle”. 

Per poi concludere dando peso e senso alla sue dichiarazioni: “L’importante è che questo non sia l’unico mezzo, l’unica leva, da azionare perché, in questo caso sarebbero giustificate, non tante le baruffe chiozzotte dei social, ma le critiche di quanti impostano un discorso di ampio respiro. Dove vedo un poca di debolezza e ancora di fumo è infatti in quella parte di attività che tratteggia linee di sviluppo concrete per la città, il sistema museale, il Santa Maria della Scala, la sua forma giuridica, la sua vocazione, il rapporto con la Fondazione MPS e il ruolo che potrebbe svolgere in questo settore, non mettendo a disposizione ingenti risorse, ma promuovendo ed attivando sinergie ed opportunità, relazioni e spazi. Di questo bisognerebbe si occupassero le forze politiche, i partiti, alzando l’asticella del dibattito e non facendo la parodia di quanto avviene a livello nazionale, dove sono poche le idee, ma per fortuna confuse”.

Igor Zambesi


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