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Attualità martedì 13 novembre 2018 ore 15:52

Cna ha incontrato i parlamentari

La confederazione nazionale dell'artigianato ha incontrato i parlamentari per parlare della situazione di Siena, Grosseto e Arezzo



SIENA — E’ la legge chiave per la finanza pubblica italiana per il 2019: la manovra economica del Governo è stata al centro del confronto promosso dai vertici di CNA Toscana Sud che a Siena hanno incontrato alcuni dei parlamentari eletti ad Arezzo, Grosseto e Siena: Susanna Cenni (Pd), Maurizio D'Ettore e Stefano Mugnai (Forza Italia) e Luca Migliorino (M5S). Sul tavolo l’analisi dei principali capitoli della Legge di Bilancio a maggior impatto sulle imprese. Un incontro alla vigilia della revisione della manovra richiesta al Governo italiano da Bruxelles ed in contemporanea con l’audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato del Presidente Nazionale CNA Daniele Vaccarino, in rappresentanza di Rete Imprese Italia.

Il quadro fornito da CNA è chiaro: “Dopo quattordici trimestri di indici positivi – ha esordito la portavoce di CNA Toscana Sud Franca Binazzi - l’economia sta rallentando, in un quadro caratterizzato dall’aumento dei tassi e dalle turbolenze dei mercati. Il Governo confida sull’effetto espansivo della manovra per conseguire una crescita dell’economia in grado di ridurre il rapporto Debito/Pil, ma le misure annunciate non sembrano garantire tali obiettivi. Il sistema imprenditoriale si aspetta una legge di Bilancio che liberi risorse per lo sviluppo e riduca spesa e tassazione per suscitare fiducia e aspettative di crescita in consumatori, imprese e investitori, anche a livello internazionale. Ma ad oggi prevale l’incertezza in un tessuto economico che nella Toscana del Sud conta 95 mila imprese, il 23% di quelle toscane”.

Le preoccupazioni sulla manovra riguardano alcuni provvedimenti adottati oppure non affrontati. E’ un no deciso – quello di CNA Toscana Sud - all’abrogazione dell’entrata in vigore dell’Iri, il regime fiscale che avrebbe permesso a imprese individuali e a società di persone di separare il reddito dell’impresa da quello personale. In più risulta chiaro al mondo delle imprese che la mancanza della proroga del blocco dei tributi locali produrrà un aumento ulteriore del prelievo, così come resta inascoltata la richiesta della totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali. Critica la posizione anche sul fronte dell’innovazione per la mancata proroga del superammortamento, misura che ha consentito a molte imprese di rinnovare o di incrementare i beni strumentali guadagnando in competitività.

Riccardo Breda, Presidente di CNA Grosseto ha puntato il dito sulle infrastrutture: “Troppo contenute le risorse destinate agli investimenti materiali e immateriali necessarie per accrescere la produttività, l’innovazione, le competenze e l’occupazione nel sistema produttivo e per consentire l’efficientamento dell’amministrazione pubblica e delle reti infrastrutturali. Il corridoio tirrenico non sembra una priorità di questo Governo così come le reti di collegamento tra i nostri territori e con le aree portuali. E’ sotto gli occhi di tutti che la Due Mari va avanti a piccoli passi e manca del tutto l’attenzione al sistema ferroviario, il cui adeguamento avrebbe innegabili effettivi positivi anche dal punto di vista ambientale. Si tratta di temi fondamentali per dare sostegno all’economia e al sistema delle piccole e medie imprese che ne sono l’ossatura e che ad oggi portano e sopportano il peso della fiscalità e creano ricchezza”.

“Preoccupa un quadro economico in continua evoluzione – ha osservato Fabio Petri, Presidente CNA Siena – basti pensare che l’impennata dello spread si è già tradotta in una maggior spesa per interessi di 1 miliardo e 800 milioni. Il tema del credito rischia di diventare un’emergenza per il nostro tessuto economico: le banche registrano sofferenze e stringono i cordoni delle borse delle aziende; è quindi urgente verificare l’effettiva copertura delle esigenze del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Nel territorio senese i segnali non mancano: abbiamo perso 300 aziende nel primo trimestre 2018, un dato che deve far riflettere per non tornare a 10 anni fa, in piena esplosione della crisi. Ecco perché chiediamo alle forze politiche di trovare convergenze su più fronti per evitare contraccolpi su imprese e cittadini. Non ho dubbi che, di fronte a proposte credibili, la Commissione europea possa sedersi con fiducia al tavolo dell’Italia”.


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