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Politica venerdì 13 settembre 2019 ore 10:16

“L’autocritica del Pd senese è ancora incompleta”

Maurizio Cenni

Maurizio Cenni, sindaco per due mandati, commenta la politica cittadina. “Ho visto con fastidio le strumentalizzazioni di Salvini sul Palio”



SIENA — Maurizio Cenni, ex sindaco di Siena per due mandati. Sessantaquattro anni, della Nobil Contrada del Nicchio, esodato dal Monte nel 2017 dove era entrato a 24 anni. Dal 2012 si è posto all’esterno del sistema dei partiti, ma nel Pci-Pds-Ds-Pd, oltre alla Cgil e alla Fgci, c’è stato una vita. Alle Frattocchie non è mai andato, ma i diversi incarichi cumulati gli hanno dato una formazione politica invidiabile che l’ha reso ieri leader storico della sinistra del Partito ed oggi apprezzato commentatore di fatti tra i più diversi dal suo blog “Just another day of sun” e nei suoi frequenti commenti sui social. Sul blog ci sono anche molti documenti utili a chi volesse storicizzare il suo passato incarico istituzionale utilizzando documenti anziché chiacchiere. Il trapasso dalla vita pubblica a quella privata, Maurizio Cenni l’ha vissuto con riservatezza. I suoi social lo definiscono un “gattaro”, il Palio e la tutela della Festa sono il suo core-motion ed inoltre evidenzia una passione per la musica dove mischia il “cantautorato” con brani dalla ritmica più evoluta.

- Pensiamo che il tuo blog si ispiri a una canzone senza sapere se si tratta della colonna sonora di “La La Land” o del rifacimento di Mina. Scorrendo il testo avvertiamo malinconia e ci piacerebbe sapere se ti significa di più il brano “Perché forse in quella città sonnolenta / Lui si siederà un giorno, le luci sono spente / Vedrà la mia faccia e penserà a come / mi conosceva” oppure quello che dice “E quando ti butteranno giù / Ti alzerai da terra / Perché il mattino ricomincia / Ed è un altro giorno di sole”…

“In realtà oltre al richiamo alla canzone di Mina pensavo più ad una parafrasi della colonna sonora del film, un po’ alla senese tipo “si, mira, proprio una bella giornata di sole” con infatti lo sfondo di una nevicata a Siena sotto un cielo grigio, ed era riferito al momento politico pre elezioni comunali”.

- Maurizio, siamo senesi e contradaioli. Una figura apicale che termina l’incarico si siede a vita sulla sedia dei maggiorenti e da lì esprime un parere obbligatorio non vincolante. Nella vita politica e istituzionale questo non avviene, soprattutto se è preda sacrificale suo malgrado di un presunto rinnovamento. Ne consegue che quel capitale di conoscenza, errori e successi, non ha più capacità di esprimersi. Non è un danno per la collettività?

“Non voglio essere presuntuoso nel definirlo un danno, ma visti i successi del PD a livello locale, mi sembra che i fatti parlino da soli. Purtroppo oggi accade anche nelle contrade, figuriamoci in un organismo come un partito e nella fattispecie il PD senese. Io ad un certo punto, più che altro per me, ho sentito l’esigenza di raccontare dal mio punto di vista quello che era realmente accaduto nel decennio in cui sono stato sindaco, visto che c’erano molti che ne parlavano senza cognizione di causa. A partire da chi amministrava (si fa per dire) la città”.

- Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo governo che è frutto di alchimia politica – come giustamente segnali in un contributo sul tuo blog – tanto quanto lo era il precedente. La nomina di Gentiloni all’Economia della Ue sembra quasi una scommessa: l’Italia dovrà coniugare in una linea per l’Europa i suoi problemi. Su scala nazionale probabilmente non si affiderà solo alla ripresa delle imprese che comunque ci dovrà essere, il miglioramento del benessere delle persone. Il pragmatismo della Sinistra influenzerà i pentastellati o la volatilità dei secondi determinerà l’effettivo tempo per il ritorno alle urne?

“La nomina di Gentiloni è comunque un fatto positivo, anche se non è li per fare favoritismi al Paese può spendere le doti di mediazione ed equilibrio per un cambio di rotta alle politiche europee che una responsabilità nell’ascesa dei sovranismi e delle destre l’hanno, e non poco. Scommettere sulla durata del governo è arduo, sia perché il M5S deve completare un’evoluzione istituzionale e perché all’interno del PD l’unità sarà in vigore fino a che converrà a Renzi che è stato sconfitto per la guida del Pd ma conserva una solida maggioranza nei parlamentari eletti. Il Governo è legittimo nel senso costituzionale, ma per giustificarsi a livello politico deve operare un cambio di passo a partire dai temi sociali e del lavoro e non illudendosi che il cambio di maggioranza da solo sia sufficiente a battere il sovranismo estremo di Salvini”.

- Lo stretto rapporto fra De Mossi e Salvini sembrava viatico di un proficuo rapporto tra i bisogni di Siena e la politica nazionale. Come cambiano le cose per Siena con il nuovo Governo a tuo personalissimo parere?

“Sinceramente non ho mai creduto che il rapporto fosse così solido da portare benefici particolari, anzi ho vissuto le incursioni salviniane specie sul Palio con il fastidio derivato dalla sensazione di un uso strumentale della città. Sarebbe comunque auspicabile che le istituzioni dialogassero fra loro a prescindere dalla rispettiva colorazione politica. Del resto anche sotto la guida Valentini non mi sembra che la città abbia raccolto molto, anzi, penso alla sfida per la capitale europea della cultura con Ministro, guarda caso, Franceschini. Credo che il Sindaco abbia vinto per la componente civica che al ballottaggio ha raccolto molto di più rispetto alla capacità attrattiva delle liste civiche che lo hanno sostenuto, e grazie anche agli errori del campo avverso”.

- Da ex iscritto come vedi la rinascita del Pd? La perdita di Siena è stata drammatica, la stessa comunicazione del partito ha atteso quasi un anno prima di rimettersi in funzione. Alle successive amministrative però ha retto molto bene, addirittura recuperando, ma al momento è sembrata più l’attrazione verso un mondo conosciuto che la proposizione di un mondo nuovo… E le Regionali – importanti quanto mai - sono ormai vicinissime.

“Credo che gli anni di Valentini abbiano segnato uno dei punti più bassi nella storia del PD comprese le strategie elettorali, dove prima è stato indebolito il candidato e poi lo si è affiancato con un alleato divisivo con un metodo spregiudicato che ha completato la distruzione e negazione della storia degli ultimi venti anni della sinistra di questa città. La batosta elettorale non ha sollecitato se non in pochi una tardiva autocritica ed oggi il PD all’opposizione non è credibile, perché affida all’ex sindaco un compito impossibile. Ogni volta che parla (e lo fa troppo spesso specie sui social attirandosi sberleffi a valanga), rischia di fare opposizione a se stesso. Che la classe dirigente abbia fallito lo svela anche il fatto che per trovare un segretario il PD è stato costretto, dopo un anno, a tornare a generazioni che dovevano essere state rottamate secondo il verbo di Renzi. Se non parte un’autocritica e il tentativo di recuperare tutti i pezzi perduti per strada non vedo un grande futuro, e vale anche per le regionali”.

- Ora che di Siena e Mens Sana purtroppo si parla di meno, ora che di Mps sembra quasi inutile parlare perché più non ci appartiene, di cosa potrebbero/dovrebbero parlare i senesi? Ci sono argomenti che, se lanciati in maniera ottimale, senti che avrebbero/dovrebbero avere la capacità di entusiasmare/coinvolgere i nostri concittadini?

“Se una volta la banca e conseguentemente la Fondazione, avevano il potere di determinare attraverso le loro risorse le linee di sviluppo, anche oltre la politica, di fatto anche drogando la capacità imprenditoriale della città, protetta dalle turbolenze del mercato e quindi impreparata rispetto alla crisi economica, oggi bisogna fare la conta di quelle realtà produttive che sono nel dna della città: i beni culturali, un turismo di qualità, ma anche come si ragiona rispetto alle sfide urbanistiche che sono rimaste incompiute: Quanto del vecchio piano strutturale deve essere recuperato e quanto aggiornato e rivisto, quale modello di gestione per il Santa Maria della Scala, non dimenticando le elaborazioni del passato e rifuggendo dalla tentazione di farne una sorta di Luna Park, le eccellenze in tema di Scienze della Vita, che hanno continuato, grazie all’apporto della regione Toscana, a crescere. Un nuovo patto tra le contrade e l’amministrazione paritetico che ricostruisca la fiducia reciproca, evitando la legiferazione eccessiva che peggiora e non migliora lo stato dell’arte”.

- Per ultima una suggestione che abbiamo già fatto ad altri. Che interpretazione dai dell’affermazione “Siena ha bisogno di prospettiva”?

“Certo che si, più che mai, sarebbe proprio il ruolo dei partiti se esistessero ancora e non si gingillassero in slogan. Io punterei sulla nostra identità, sui valori che abbiamo espresso nel corso dei secoli uniti a quella capacità di innovazione ed adattamento che ha sempre salvaguardato l’identità di una collettività. Mai chiudersi perché si chiude solo chi non è sicuro della propria forza, mai piegarsi supinamente al governante di turno, ma mantenere un profilo istituzionale alto, valorizzare le eccellenze e non scimmiottare altre esperienze, ricostruire una politica dei beni culturali all’altezza del nostro patrimonio, puntare insomma sulla riconoscibilità della città in tutti i campi, evitare l’omologazione, costituire una specificità dell’eccellenza”.

RG


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