Attualità giovedì 21 novembre 2024 ore 18:15
Viaggio in Antartide per studiare i sedimenti

Studiosi dell'università di Siena nel team di un progetto internazionale per stimare il futuro innalzamento degli oceani
SIENA — Dalla Toscana all'Antartide per studiare i sedimenti antartici e stimare il futuro innalzamento degli oceani. C'è anche l'università di Siena nella spedizione sulla Piattaforma di Ross, la più grande piattaforma di ghiaccio sulla Terra.
Nel team del progetto internazionale Swais2c ci sono anche la dottoressa Sonia Sandroni, della sezione di Siena del Museo Nazionale dell’Antartide, che studierà le carote di sedimenti, e il dottor Luca Zurli, del Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente, che sarà nel team di scienziati che lavoreranno nella piattaforma di ghiaccio durante l'estate antartica.
I primi componenti del team di ricercatori e tecnici partiranno per un viaggio di 1128 km sul ghiaccio per allestire un campo ai margini della Calotta Glaciale dell’Antartide Occidentale.
"La Calotta Glaciale Antartica Occidentale - spiega una nota dell'Università di Siena - contiene una quantità di ghiaccio tale da far innalzare il livello del mare di 4-5 metri se dovesse fondersi completamente. Recenti ricerche indicano che il collasso di alcune sue parti potrebbe essere inevitabile; al contrario, le acque sotto la grande Piattaforma di Ross sono ancora fredde, e fungono da sostegno stabilizzante della massa glaciale soprastante, che proviene dalle aree interne della calotta. Tuttavia, al momento non abbiamo prove dirette su quando e se perderemo questo supporto. Comprendere quale temperatura innescherà un‘inevitabile fusione della Piattaforma di Ross e il successivo collasso della Calotta Glaciale Antartica Occidentale è cruciale per l'intera umanità".
L'obiettivo del progetto è quello di estrarre informazioni paleoclimatiche dai sedimenti stratificati nel fondale marino sotto la Piattaforma di Ross. Il team dovrà perforare circa 580 metri di ghiaccio, scendere ulteriori 55 metri nel fondo dell'oceano e successivamente utilizzare un sistema di perforazione progettato su misura per prelevare una carota di sedimenti fino a 200 metri di profondità. Questo compito non è affatto semplice, come il team ha già potuto constatare: lo scorso anno, quando i loro sforzi sono stati interrotti a causa di difficoltà tecniche dopo aver raggiunto il fondale.
Il campione di sedimenti che il team prevede di recuperare risale a centinaia di migliaia, se non milioni, di anni fa, e include informazioni sull'ultimo periodo interglaciale avvenuto 125.000 anni fa, quando il pianeta era circa 1,5 gradi più caldo delle temperature pre-industriali.
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