Attualità mercoledì 23 dicembre 2020 ore 07:15
Banca Mps, altolà della Cisl

Il sindacato contrario all’ipotesi di fusione con Unicredit esprime preoccupazione per "l'incertezza sulle sorti dell'azienda"
SIENA — “Una eventuale fusione con Unicredit non solo porrebbe fine alla storia secolare della Banca più antica del mondo, creando forti ricadute occupazionali ma metterebbe fine anche a suo ruolo sociale”.
Non usa giri
di parole il documento del direttivo First Cisl della Sas di Complesso della
Banca e Gruppo Mps, approvato all’unanimità. Il sindacato esprime “preoccupazione
per l’incertezza sulle sorti della propria azienda in considerazione delle
continue notizie di stampa nonché delle dichiarazioni e esternazioni di una
parte della politica sull’argomento”.
Un’impostazione che Cisl stigmatizza
rilanciando la necessità di soluzioni “meno penalizzanti e più garantiste per
l’integrità di Mps, delle sue lavoratrici e lavoratori”.
Nel documento, il
direttivo “alla luce del nuovo Piano strategico 2021-2025, i cui dettagli non
sono ancora del tutto chiari e conosciuti, si augura che l’interlocuzione con
il Mef e successivamente con la Dg Comp definisca con urgenza le linee
programmatiche, necessarie anche al confronto proficuo con le organizzazioni
sindacali aziendali, tenendo conto della crisi pandemica che stiamo
attraversando e che consenta al Mps di proseguire autonomamente il cammino di
risanamento con la presenza dello Stato in qualità di socio di maggioranza”.
Alla politica, la Cisl chiede di farsi “interprete con l’Europa della necessità
di mantenere Mps come polo creditizio pubblico, ancora di più necessario in
questa fase di ripartenza del Paese Italia, ma anche come supporto ai cittadini
e contribuenti nell’ottenere le risorse che lo Stato sta predisponendo con i
ristorni”.
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